il progetto finalmente sceglierai
Il progetto “Finalmente Sceglierai” nasce nel 2015 dall’esigenza di creare una vera e propria rete di rappresentanti di Istituto e Consulta in tutta Italia. Siamo studentesse e studenti che hanno voglia di mettersi in gioco per migliorare la propria scuola, il proprio territorio e il sistema nazionale di pubblica istruzione. Siamo convinti che la rappresentanza studentesca debba tornare ad avere un ruolo centrale e portante nella vita della componente studentesca, così da ridare alla scuola il suo ruolo di palestra di democrazia e di vita e possiamo farlo solo attraverso una rappresentanza formata e consapevole. Essere un buon rappresentante, per noi, vuol dire avere la capacità di ascoltare e accogliere le vere esigenze delle studentesse e degli studenti avendo le competenze per trasformarle in rivendicazioni e vittorie attraverso la conoscenza dei nostri diritti e delle leggi che li stabiliscono, vuol dire non avere paura di affrontare le dirigenze scolastiche, con la consapevolezza di poter cambiare veramente lo stato delle cose, ma vuol dire anche non dimenticarsi mai che facciamo tutti parte di una componente, dal nord al sud del nostro Paese, da Est a Ovest, dobbiamo unirci per far crescere sempre di più la nostra voce!
chi siamo
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FONDO E LEGGE NAZIONALI PER IL DIRITTO ALLO STUDIO
Il Diritto allo Studio è l’insieme degli strumenti che lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali mettono in campo per garantire realmente a tutti gli studenti pari opportunità nell’accesso ai più alti gradi dell’istruzione: borse di studio, sussidi, servizi che permettono a ciascuno studente l’emancipazione dalle proprie condizioni economiche di partenza e il superamento delle diseguaglianze che caratterizzano la nostra Società. Gli investimenti che ogni Paese sostiene per realizzare il Diritto allo Studio rappresentano l’indice della capacità di ogni Stato di creare futuro avvalendosi delle competenze, dei talenti e dei sogni dei propri studenti.
Il Diritto allo Studio in Italia è sostanzialmente violato: la quasi totale mancanza di investimenti pubblici e la profonda disomogeneità delle situazioni da regione a regione, alla fine dei conti ha come risultato che molti studenti sono costretti a determinare il proprio percorso di studi in base alle condizioni economiche della propria famiglia. Invece di scegliere la scuola che vorrebbero, scelgono quella che si possono permettere perché meno distante e meno costosa; oppure invece di partecipare ad attività extracurricolari restano a casa perché non possono permettersi il pranzo o la quota da pagare. Quando succede questo, è un fallimento dello Stato, una grande ingiustizia e, spesso, un tassello di futuro perso per sempre. A causa del mancato investimento in Diritto allo Studio negli anni passati, la Scuola è diventata sempre più un luogo di esclusione invece che di inclusione, incapace di dare competenze e in generale una prospettiva di miglioramento della condizione dei singoli. Vogliamo dire allora che per noi il diritto allo studio è la priorità assoluta!
Per garantire il Diritto allo Studio in tutto il Paese è necessario che da un lato lo Stato stabilisca un sistema e delle regole minime, dall’altro che si faccia un deciso investimento stanziando i soldi necessari a realizzare questo sistema. Vogliamo una legge quadro nazionale e un fondo nazionale perequativo per il diritto allo studio scolastico.
- Legge quadro nazionale: la competenza di erogare il diritto allo studio spetta alle Regioni, ma lo Stato può e deve stabilire con una legge i Livelli Essenziali delle Prestazioni, cioè quel minimo che dev’essere comunque e ovunque garantito e con quali strumenti minimi garantirlo. Ecco la nostra proposta di LEP:
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- Fondo nazionale di comodato d’uso per totale gratuità di libri di testo, corredo scolastico e strumenti didattici per gli studenti degli istituti tecnici e professionali.
- gratuità dei trasporti scolastici e qualità garantita tramite valutazione studentesca e contrattazione locale
- mense e alloggi
- orario scolastico pomeridiano per scuole aperte davvero
- strumenti appositi per il diritto allo studio dei soggetti con disabilità
- strumenti appositi per il diritto allo studio e l’integrazione degli studenti stranieri
- borse di studio per i privi di mezzi
- Fondo nazionale perequativo: dei LEP senza finanziamento, però, sarebbero inutili. Lo Stato deve avere il diritto allo studio come priorità politica e pertanto garantire un finanziamento adeguato a rendere gratuita e pienamente accessibile l’istruzione pubblica. Già dalla prossima finanziaria, la Legge di Stabilità per il 2016, chiediamo lo stanziamento dei fondi necessari.
RIFORMA RAPPRESENTANZA STUDENTESCA E GOVERNANCE SCOLASTICA
L’autonomia scolastica è nata come democratizzazione dei processi decisionali nella scuola in risposta alle diverse necessità di una società sempre più complessa: la scuola vista come una comunità viva e organica invece che come un semplice e meccanico servizio.
I principi di reponsabilità ed efficienza sono giusti, ma non servono a niente senza quelli di democrazia e partecipazione: la responsabilità deve essere collegiale e concorrente tra Dirigente e Organi mentre l’efficienza deve essere ottenuta tramite la partecipazione.
GOVERNANCE DELLA SCUOLA
La governance dei singoli istituti scolastici va riformata puntando sulla partecipazione, la corresponsabilità e la concertazione: gli organi collegiali, regolati ancora come nel ‘74, devono essere allargati e assumere nuove funzioni rispetto alle competenze che le scuole hanno assunto con l’autonomia scolastica, ma allo stesso tempo si devono intersecare con un insieme di diritti, meccanismi e nuovi organi funzionali che possano coinvolgere tutta la comunità scolastica nei processi decisionali. Il sistema che proponiamo si basa su questi punti:
– Il PTOF, in quanto documento fondamentale che regola e decide l’offerta formativa e l’organizzazione di una scuola, viene elaborato con un meccanismo democratico e partecipativo:
- il Consiglio d’Istituto, dopo ampia consultazione della comunità scolastica, emana i criteri e le linee d’indirizzo del PTOF;
- il Collegio Docenti elabora il PTOF mediante commissioni che coinvolgono anche studenti e genitori;
- il Comitato Studentesco e un Comitato dei Genitori si esprimono sul testo del Collegio Docenti, con proposte di modifica e/o di integrazione ed esprimendo un parere generale;
- le proposte vengono riportate e discusse, sotto forma di mozioni, in Consiglio d’Istituto dai rappresentanti di ciascuna categoria;
- il Consiglio d’Istituto ha potere di modifica e approvazione finale.
– Il Consiglio d’Istituto torna ad essere l’organo sovrano delle scuole: pertanto da un lato deve possedere poteri di controllo e indirizzo rispetto al Dirigente Scolastico, dall’altro deve funzionare attraverso meccanismi partecipativi che coinvolgano tutta la comunità scolastica nelle decisioni:
- funzioni: poteri di controllo e indirizzo sull’operato del Dirigente, in particolare la possibilità di intervenire direttamente sulle singole scelte organizzative ed esecutive e obbligo di approvazione delle singole attività negoziali svolte dal Dirigente; potere diretto sul PTOF nelle modalità sopra indicate;
- composizione e funzionamento: composizione paritetica delle categorie (docenti, studenti, genitori); in alcuni ambiti, prende le sue decisioni attraverso una cooperazione funzionale con gli organi di componente, sul modello dell’elaborazione PTOF sopra indicata
– Ogni scuola istituisce organi e commissioni funzionali agli organi collegiali, a composizione paritetica, per governare alcuni ambiti chiave della vita scolastica (didattica, valutazione, organizzazione didattica, ecc…)
– Il Comitato Studentesco e il Comitato dei Genitori (da istituire) diventano organi collegiali di governo acquisendo funzioni nel processo decisionale complessivo (vd. cooperazione funzionale con CdI) e competenze proprie in alcuni ambiti
– E’ istituito in ogni scuola il Fondo Studentesco: gestito dal Comitato Studentesco e dai Rappresentanti d’Istituto, serve a finanziare alcune attività extracurricolari e progetti della scuola, in modo che siano gli studenti a decidere in parte su quali attività formative investire di più, sul modello delle Maisons des lycéennes francesi;
– E’ istituto il diritto di referendum studentesco, cioè il diritto degli studenti a chiedere una consultazione ufficiale in alcuni ambiti importanti dell’organizzazione scolastica, anche nell’ottica di responsabilizzare gli studenti.
GOVERNANCE TERRITORIALE: POLO SCOLASTICO
Oggi le nostre scuole si trovano spesso isolate l’una rispetto all’altra, così l’insieme delle scuole di uno stesso territorio non riesce a rispondere alle esigenze della popolazione locale: è necessario un sistema che unisca le scuole di uno stesso territorio in un nuovo ente, garantendo così un livello di governance territoriale nel sistema scolastico.
– Le scuole di uno stesso ambito territoriale si uniscono in un nuovo ente, il Polo Scolastico, cui spettano precise funzioni e il governo di alcune quote di autonomia scolastica:
- funzioni: tramite un POF territoriale coordina l’offerta formativa delle proprie scuole, garantisce il diritto allo studio e i servizi agli studenti e alle scuole, organizza attività formative e progetti territoriali gestendo una percentuale di fondi per l’Offerta Formativa
- governo: è governato da organi collegiali a composizione paritetica e organi di categoria funzionali, sul modello della governance d’istituto (vd. sopra)
– Allo stesso tempo si istituiscono organi di governance regionale e nazionale, in cui sono rappresentate pariteticamente tutte le componenti, che abbiano funzioni rappresentanza delle autonomie scolastiche nei confronti di Regioni e Stato e partecipino al governo del sistema scolastico con poteri specifici.
RIFORMA DELLA RAPPRESENTANZA STUDENTESCA
In questo nuovo contesto la rappresentanza studentesca territoriale e nazionale deve cambiare paradigma: non più una rappresentanza consultiva, semplice portatrice di istanze studentesche, ma rappresentanza intesa come mezzo di partecipazione al governo del sistema; non più organi pseudo-istituzionali che propongon progetti e iniziative, ma luoghi in cui gli studenti esprimono orientamenti e partecipano alle decisioni sulla gestione della scuola a tutti i livelli. La rappresentanza studentesca dev’essere perciò riorganizzata su questi nuovi livelli di governance, con precise funzioni nel processo decisionale scolastico.
– Innanzitutto deve essere istituito un servizio pubblico di formazione per chi fa rappresentanza, perché le responsabilità cui i rappresentanti sono chiamati richiedono specifiche competenze;
– Le CPS, ormai prive di funzioni e capacità di rispondere alle esigenze degli studenti, vengono sostituite da Organi studenteschi coincidenti con il Polo Scolastico, composti dai rappresentanti delle scuole del Polo, le cui funzioni siano:
- partecipazione funzionale alle decisioni dei Poli;
- rappresentanza nei confronti degli enti locali relativi (comuni, province);
- “governo” e coordinamento del sistema della rappresentanza studentesca delle scuole del Polo;
- progettazione.
– A livello regionale viene istituito un organo composto dai rappresentanti degli organi territoriali, non solo con funzioni di coordinamento ma anche di rappresentanza regionale rispetto alla Regione e agli altri organi scolastici;
– A livello nazionale, in sostituzione del CNPC, viene istituito un Consiglio Nazionale degli Studenti Medi (CNSM) composto da consiglieri nazionali deputati a svolgere solo quel ruolo e non più occupati anche sul territorio, così da moltiplicare la dedizione alla rappresentanza nazionale. La composizione sarà per “delegazioni regionali”, cioè a ciascuna regione spetterà un certo numero di seggi in proporzione alla popolazione studentesca. I consiglieri saranno eletti direttamente dagli studenti oppure da un grande elettorato composto da tutti i rappresentanti degli studenti della regione. Il CNSM potrà autoregolamentarsi e eserciterà il diritto di esprimere un parere obbligatorio non vincolante nei confronti del Governo.
EDILIZIA SCOLASTICA È INVESTIMENTO IN SICUREZZA
Ancora oggi gran parte delle scuole del nostro paese non sono a norma, e i recenti e drammatici crolli a seguito del terremoto del centro Italia ne sono la prova. Gli studenti passano gran parte delle loro giornate all’interno della scuola, pertanto non possiamo più permetterci che queste non siano sicure, le scuole che vogliamo devono essere pensate diversamente, costruite a misura di studente, per permetterci di sfruttare a 360 gradi tutti gli spazi che ci vengono messi a disposizione.I fondi stanziati dal governo per l’edilizia scolastica, prima all’interno del provvedimento “Scuole Belle, Scuole Sicure” e più recentemente all’interno della Legge di Stabilità 2016, non sono ancora sufficienti per mettere in campo un grande piano per l’edilizia. Per questo vogliamo costruire, attraverso le consulte, una rivendicazione nazionale che verta all’apertura di un tavolo con i Rappresentanti degli Studenti e le organizzazioni studentesche, il governo deve ascoltare la nostra voce in merito e capire quali sono le reali necessità degli studenti italiani.
Chiediamo inoltre che all’interno di un piano nazionale per l’edilizia scolastica tema centrale debba diventare quello dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Tutt’oggi gli studenti disabili devono ancora affrontare molteplici difficoltà e questo non permette loro di avere un reale accesso all’istruzione e al diritto allo studio, crediamo dunque che sia necessario che il governo ci ascolti per definire le linee guida di un’azione su tutto il territorio nazionale.
BIENNIO UNITARIO E OBBLIGO SCOLASTICO A 18 ANNI
La nostra scuola superiore oggi si basa ancora su una struttura fortemente diseguale e classista e se vogliamo cambiare la scuola è necessario rivoluzionare questa struttura, i cicli scolastici. Oggi a 13 anni si deve compiere una scelta netta che condizionerà tutta la propria vita, scelta che spesso non compiono gli studenti ma le famiglie e che molte volte si rivela sbagliata, producendo dispersione scolastica: una buona parte degli abbandoni scolastici e dei cambi di scuola si concentra nel primo anno e una scelta sbagliata è una delle cause dell’abbandono durante tutta la scuola superiore.
C’è ancora una divisione socio-culturale molto marcata tra licei e istituti tecnici e professionali, perché questa struttura è rimasta pressoché invariata dal 1923, l’idea cioè che chi va al liceo andrà all’università e diventerà “classe dirigente” del Paese mentre chi va in un tecnico o in un professionale sarà indirizzato direttamente nel mondo del lavoro: un’idea profondamente ingiusta che causa una struttura troppo rigida e inadatta alla società del XXI secolo.
Per questo uno dei punti più importanti del nostro programma è una rivoluzione dei cicli scolastici, basata sull’istituzione del biennio unitario e l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni: in tutte le scuole i primi due anni avrebbero le stesse materie obbligatorie di base, a cui aggiungere una serie di materie opzionali che ciascuno studente potrà scegliere per indirizzare il proprio percorso. Poi lo studente sceglierà l’indirizzo, in un triennio fortemente specializzante dove tutti vanno a scuola fino almeno a 18 anni: innalzare l’obbligo dagli attuali 16 ai 18 anni consente di estendere diritti e tutele a tutti e di innalzare notevolmente le competenze di una popolazione, soprattutto in un mondo che ne richiede sempre di più.
Questo sistema innanzitutto supera la scelta a 13 anni, consentendo allo studente di scegliere il proprio indirizzo di studi in maniera più consapevole e ragionata, ed elimina alla radice la classificazione socio-culturale fra scuole, garantendo a tutti delle stesse conoscenze e competenze di base, la stessa cultura, le stesse competenze di cittadinanza. Allo stesso tempo si supera la standardizzazione degli indirizzi e dei programmi ministeriali, consentendo di personalizzare il curriculum, valorizzare le inclinazioni individuali e orientarsi davvero nello studio. Abbattimento delle diseguaglianze, abbattimento delle barriere sociali e delle rigidità del sistema scolastico, abbattimento della dispersione scolastica e innalzamento generale dei livelli di istruzione, di cultura e di specializzazione delle proprie competenze: riformare i cicli per rivoluzionare la scuola.
REFERENDUM STUDENTESCO NAZIONALE
Tutte queste idee e rivendicazioni saranno portate nelle scuole dove Finalmente Sceglierai! raccoglierà consenso e saranno rimesse di nuovo in discussione, in un grande percorso di elaborazione dal basso, dalle scuole, dalle assemblee degli studenti, per costruire una nuova proposta di riforma. A quel punto chiederemo al Ministero di indire un grande referendum studentesco nazionale per sottoporre al voto di tutti gli studenti questa proposta.
OLTRE LA BOCCIATURA E IL VOTO NUMERICO
La valutazione delle competenze dovrebbe servire a capire se, come e quanto uno studente apprende e matura le conoscenze e le competenze che la scuola deve dargli. Il risultato dipende da molti fattori, tra cui lo studio ma anche l’efficacia dell’insegnamento: in teoria, i sistemi di valutazione applicati dai docenti e dalle scuole hanno l’obiettivo di individuare problemi, carenze e punti di forza per migliorare l’efficacia dello studio e dell’insegnamento in modo tale da portare lo studente a risolvere questi problemi, recuperare queste carenze, potenziare questi punti di forza e così, infine, raggiungere il successo formativo.
Ma è davvero così? La valutazione che noi viviamo tutti i giorni è fatta di interrogazioni e verifiche periodiche, voti numerici, pagelle, debiti o crediti, bocciature o promozioni, e segue grossomodo questo schema:
– sono fissati degli obiettivi standard da raggiungere;
– questi standard vengono misurati perlopiù rispetto a singole parti del programma (verifica su un capitolo, su un modulo, ecc…);
– vengono misurati con una banale scala numerica;
– questa misurazione avviene in modalità omologanti, tali per cui si pretende che tutti abbiano le stesse tempistiche e modalità di apprendimento;
– è necessario raggiungere un certo livello in tutti gli standard per poter proseguire;
– il sistema tende a classificare e selezionare gli studenti, determinando quindi che l’apprendimento non è più finalizzato alla maturazione di competenze e conoscenze, ma al superamento dello standard: chi lo supera va avanti, chi non lo supera resta indietro;
– il brutto voto è spesso vissuto come una punizione e una mortificazione, non come un’occasione di capire cosa non va e come recuperare;
– la bocciatura è l’estrema conseguenza di questo schema.
Questo è allora, in realtà, un sistema selettivo che decide chi è bravo e chi è scarso, chi può andare avanti e chi resta indietro: invece che essere un’occasione di crescita individuale, diventa una competizione volta alla classificazione in bravi e scarsi, buoni o cattivi; invece che essere un mezzo per migliorare l’apprendimento, diventa spesso lo scopo stesso dell’apprendimento.
Ci chiediamo: questa valutazione aiuta a raggiungere il successo formativo? Molti dati ci dicono di no: questo sistema esclusivo e selettivo, in particolare la bocciatura, è invece uno dei motivi principali dell‘abbandono scolastico, esattamente il contrario del suo scopo teorico. Se da una parte la bocciatura quasi mai raggiunge il suo obiettivo di recuperare lo studente carente, dall’altra peggiora la situazione causando abbandono e repulsione verso la scuola perché viene vissuta come una punizione che più come una nuova occasione, anche perché non è mai accompagnata da strumenti seri di assistenza e recupero e perché è illogico un sistema che fa ripetere un anno intero per l’insufficienza anche in una sola materia, in due o in tre, rispetto alle molte che studiamo a scuola.
Noi pensiamo sia ormai tempo di rifiutare e superare questo modo di valutare gli studenti perché porta solo alla selezione del più forte e del più debole per decidere chi può andare avanti e chi no. La valutazione invece dovrebbe puntare a portare tutti al successo formativo secondo i propri tempi e modalità di apprendimento, stimolando la voglia di apprendere e quindi rendendo lo studio un fattore positivo per tutti e anche una possibilità di riscatto sociale e umano.
Allora è necessaria una valutazione che: valuti i progressi e non solo il superamento degli obiettivi; sia in grado di capire che cosa serve allo studente per riuscire a superare gli obiettivi; consideri le tempistiche e le modalità di apprendimento di ciascuno pur cercando di potenziarle; porti a comprendere che l’obiettivo della valutazione è un migliore apprendimento, non una selezione netta ed esclusiva.
La bocciatura è uno strumento incompatibile con questo percorso, perché è il dentro/fuori per eccellenza e perché, in un sistema di valutazione finalizzato all’apprendimento e non alla selezione esclusiva, non ha senso ripetere un intero anno scolastico per recuperare una, due o tre materie. Il voto numerico, allo stesso modo, non è uno strumento in grado di misurare percorsi e crescita, non prevede differenze di modalità e tempi di apprendimento, perché un singolo numero non riuscirà mai a indicare elementi complessi come l’apprendimento.
Per questo vogliamo abolire le bocciature e il voto numerico e sostituirli con sistemi di recupero delle singole carenze e giudizi narrativi di percorso: per una scuola che non marchi le differenze ma che sappia colmarle serve una valutazione che non tesa selezionare ed escludere ma a mettere tutti nelle condizioni di ottenere il successo formativo. Un sistema più giusto e coerente, che può eliminare buona parte dell’abbandono scolastico e innalzare l’efficacia dell’istruzione.
1.SERVIZI.
Di seguito alcuni punti che sono alla base di un buon operato per un rappresentante d’istituto!
- ORIENTAMENTO UNIVERSITARIO → Organizzazione di giornate di orientamento, incontri con ex-studenti, professionisti, rappresentanti degli studenti, docenti universitari provenienti da atenei limitrofi per orientare nella scelta del percorso di studi post diploma.
- ORIENTAMENTO LAVORATIVO → Giornate di orientamento al lavoro per orientare sulla scelta lavorativa e l’approccio al mondo del lavoro, i contratti, le tutele e i diritti.
- MERCATINO DEI LIBRI → Creazione del Mercatino del Libro Usato dentro la Scuola gestito dagli studenti per combattere il caro-libri permettendo la compravendita a prezzo ribassato.
- COMODATO D’USO → Istituzione del comodato d’uso gratuito per i testi scolastici in favore degli studenti dalle famiglie con il reddito più basso.
- AIUTO PER L’APPRENDIMENTO → Organizzazione di sportelli interni alla scuola attraverso cui gli studenti possono avere ripetizioni da altri studenti (Peer-education). In più, lavorare per garantire sportelli didattici per ore di recupero pomeridiane gestiti dai professori. Come ultima proposta è possibile creare sportelli online di aiuto quotidiano per gli studenti.
- AULA AUTOGESTITA → Lavorare per la creazione di uno spazio studentesco dentro la scuola utile alla socialità dove trovare tavoli, libri, computer e varie comodità;
- AUTOFINANZIAMENTO → Autofinanziamento tramite feste d’istituto, anche in accordo con altre scuole, tramite la vendita di torte o altri metodi alternativi.
- GADGET D’ISTITUTO → Produzione di magliette, felpe e altro materiale per gli studenti, anche promuovendo un concorso per la realizzazione del logo dell’istituto.
- MODIFICA DEL REGOLAMENTO D’ISTITUTO
Molti dei temi che interessano direttamente la vita degli studenti all’interno delle nostre scuole sono normati all’interno dei regolamenti d’istituto: gli orari di entrata ed uscita, i giorni effettivi delle lezioni, la durata e lo svolgimento dell’intervallo e delle pause tra un’ora e l’altra sono solamente alcuni di questi. E’ utile quindi proporre alcune modifiche ai regolamenti interni per rendere la scuola un posto un po’ più a misura di studente!
COSA FARE? I passi da seguire sono semplici
- Richiedere alla segreteria di visionare il regolamento
- Studiarlo e analizzarlo approfonditamente, verificando che tutto ciò che vi è scritto sia effettivamente applicato o meno
- Proporre modifiche (emendamenti) agli articoli che regolano direttamente la vita degli studenti al fine di migliorarla e rendere la scuola un luogo più aperto e inclusivo.
- Portare gli emendamenti in consiglio d’istituto e farli approvare da quest’ultimo
- COMMISSIONE PER L’EDILIZIA SCOLASTICA
Proporre di istituire una commissione di monitoraggio interna alla scuola che vigili e sia in grado di agire sui problemi di edilizia scolastica. La commissione può essere composta da due rappresentanti d’istituto, un rappresentante di consulta, due docenti e il dirigente scolastico.
- APPROVAZIONE DELLO STATUTO DELLE STUDENTESSE E DEGLI STUDENTI IN ALTERNANZA
Una delle prime azioni fondamentali da portare all’interno del Consiglio D’Istituto sarà l’approvazione dello statuto delle studentesse e degli studenti in Alternanza Scuola Lavoro. Il testo dello statuto lo potete trovare su questo sito o contattando direttamente la pagina Finalmente Sceglierai su Facebook.
In attesa che lo statuto nazionale venga approvato, tutti gli studenti hanno bisogno di un testo che li tuteli durante i loro percorsi di Alternanza!
- GIORNALINO STUDENTESCO
Produrre un giornalino che possa essere uno strumento di informazione e che dia spazio alla voce di tutte le studentesse e gli studenti della vostra scuola.
COME FARE?
- Coinvolgere un gruppo di persone ( 10 possono andare bene) che andranno a costituire la redazione del vostro giornalino.
- Una volta costruita la redazione è importante che ogni suo componente abbia un compito specifico, quelli fondamentali sono: il redattore, l’impaginatore, il correttore delle bozze, un fotografo e qualcuno che si occupi di raccogliere gli articoli che vi consigliamo far scrivere dagli studenti stessi!
- Se la vostra scuola non possiede i fondi necessari per stampare le copie del vostro giornalino può essere utile instaurare una convenzione con una copisteria o un edicola
- Assemblee d’istituto / Autogestione
- Promozione di assemblee d’istituto su temi di attualità politica, sociale, culturale o scolastica da fare a cadenza regolare ogni mese, come da DPR 567, sfruttando anche la possibilità di organizzarle con i gruppi classe o singoli gruppi di lavoro;
All’interno di questo link potrete trovare alcuni film e/o libri su temi di attualità e cultura che vi consigliamo per le vostre assemblee, cineforum, e autogestioni!
- Convocare ogni mese il comitato studentesco per rendere anche i rappresentanti di classe e gli studenti consapevoli e partecipi della vita scolastica;
- Organizzazione dell’autogestione o cogestione per vivere la scuola attraverso gruppi di confronto gestiti da noi studenti o insieme ai nostri professori.
7.Formazione alla Rappresentanza
- Incontri formativi sulla rappresentanza sia d’istituto che di classe con ex-rappresentanti e con distribuzione di materiale utile e informativo;
- Incontri informativi sullo Statuto delle studentesse e degli studenti e sui diritti degli studenti per le classi prime ad opera di ex-rappresentanti d’istituto o di classe.
- Ecologia
- Istituire la raccolta differenziata dentro la scuola e in tutte le classi;
- Promuovere l’utilizzo di lampadine a basso consumo;
- Promuovere l’installazione di distributori automatici di prodotti equo-solidali;
- Promuovere iniziative di sensibilizzazione sui temi dell’ecologia, della sostenibilità e del risparmio energetico, come per esempio “M’illumino di meno”.
- Sindacati d’istituto
Istituire all’interno di ogni scuola un sindacato d’istituto: un’associazione interna alla scuola che si occupi della gestione delle vertenze e dei ricorsi per gli studenti, che organizzi attività di informazione e di stampo culturale e che aiuti i rappresentanti d’istituto e di consulta nella gestione della contrattazione con la Dirigenza Scolastica
- LEGGI REGIONALI SUL DIRITTO ALLO STUDIO
Gran parte delle regioni del nostro Paese non sono ancora dotate di una legge regionale sul diritto allo studio. In un contesto nazionale dove si continua a non investire realmente sul diritto allo studio, permettendo che migliaia e migliaia di studentesse e studenti abbandonino ogni anno la scuola, le regioni possono portarsi avanti e legiferare autonomamente. Per questo proponiamo di portare avanti, attraverso le consulte regionali, mobilitazioni e contrattazioni con i governi locali che siano finalizzate alla produzione di un testo di legge regionale sul diritto allo studio. Consulta questo link per vedere alcuni esempi di proposte che abbiamo avanzato in Veneto, Umbria, Sicilia, Marche ed Emilia Romagna! ….inserire link.
- RAPPORTO TRA LE CONSULTE REGIONALI E GLI ASSESSORATI ALLA FORMAZIONE
Essendo il luogo istituzionale per eccellenza, la consulta degli studenti ha il dovere ed il diritto di confrontarsi continuamente con le istituzioni locali e regionali. La consulta deve tornare ad avere un ruolo centrale nel processo di miglioramento del nostro sistema d’istruzione. Per questo motivo proponiamo di ufficializzare il rapporto tra le consulte regionali e gli assessorati alla formazione istituendo tavoli tematici e tecnici sui temi della formazione e invitando gli assessori stessi a prendere parte ad alcune riunioni del coordinamento regionale.
- CONTINUITA’ DEL LAVORO DELLE CONSULTE
Per garantire una maggiore continuità e finalizzazione del lavoro e dei progetti delle consulte regionali proponiamo, nel pieno rispetto degli impegni delle consulte provinciali e dei loro presidenti, di convocare i coordinamenti regionali almeno una volta ogni due settimane.
- RAPPORTO PROFICUO TRA CONSULTA REGIONALE E PROVINCIALE
Il coordinamento regionale delle consulte dovrà fungere da cassa di risonanza per tutti quei progetti che le cps non sono riuscite a portare a termine per mancanza di fondi o di interlocuzioni con le istituzioni. Avendo a che fare con il consiglio regionale e l’usr, il coordinamento regionale delle consulte avrà la possibilità di chiedere con più forza l’attuazione di determinati progetti anche grazie all’istituzionalizzazione di tavoli permanenti in determinate materie come i trasporti, il diritto allo studio, l’asl e tanto altro, che renderanno utile e costruttivo il rapporto regionale.
- INTEGRAZIONE DEI RAPPRESENTANTI DI CONSULTA ALL’INTERNO DEL CONSIGLIO D’ISTITUTO
I rappresentanti di istituto sono in minoranza rispetto agli 8 insegnanti presenti e per questo dovrebbero essere affiancati, seppur in modo solamente consultivo, dai due rappresentanti. Questo, oltre ad allargare la rappresentatività studentesca, favorisce la continuità (vengono eletti ogni due anni) e offre soprattutto un contributo che non si limita all’istituto, ma che arriva alla provincia.
Le liste Finalmente Sceglierai favoriranno quindi la presenza dei rappresentanti di consulta in sede di ogni Consiglio.
- ISTITUZIONE DELLE COMMISSIONI ALTERNANZA SCUOLA LAVORO NELLE CONSULTE
Ritenendo l’asl un’attività fondamentale e formativa della quale gli studenti devono essere partecipi e non soggetti passivi, sarà necessario, durante la prima plenaria della cps dove si formano le varie commissioni, istituire anche la commissione asl dove far ragionare e lavorare i rappresentanti degli studenti su questa tematica proponendo progetti e tutele adeguate per ogni studente della provincia anche su consiglio e confronto dell’UST.
Lo stesso lavoro andrà svolto nel coordinamento regionale da tutti i presidenti delle cps e da quello regionale che potranno avere un confronto con altre istituzioni con più poteri in materia come l’usr e il consiglio regionale.
Tanto quanto in provincia e regione, il CNPC dovrà formare una commissione sull’asl avendo la possibilità di confrontarsi poi con il ministero e con l’UCN che potranno concretizzare a livello nazionale la nostra visione di alternanza buona. Per rendere tutto ciò possibile, le CPS dovranno anche iniziare a incitare i singoli istituti della loro provincia a creare commissioni di asl proprie dove i rappresentanti degli studenti e i tutor possano dirigere i progetti in maniera copartecipata e abbiano un luogo dove poter rendere note le segnalazioni.
- PROGETTI DI INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE SULL’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
Proporre come consulte provinciali percorsi di vario tipo ( formazioni, laboratori, conferenze ) su uno o più giorni che coinvolgano i rappresentanti degli studenti a tutti i livelli ( consulta, istituto e di classe ), le associazioni sindacali, l’ufficio scolastico, nella parte dei contenuti per affrontare tutti gli aspetti fondamentali dell’Alternanza scuola-lavoro, dalla formazione sui diritti dello studente alla strutturazione condivisa del percorso fino alla valutazione finale, in modo da trovare le criticità dei percorsi e da formulare proposte alternative e veramente formative di ASL.
- ABBASSAMENTO DEL COSTO DEI TRASPORTI LOCALI
A fronte di una serie di costi che, nell’arco del quinquennio di studi, vanno a incidere in maniera profondamente negativa sui bilanci famigliari, andando a creare delle sostanziali disparità tra chi può permettersi di pagare e chi no, andando a ledere il diritto allo studio, riteniamo doveroso cercare dei punti di contatto all’interno degli organi preposti, a livello nazionale, regionale, provinciale e cittadino, per rivendicare un abbassamento dei prezzi sui titoli di viaggio e per istituzionalizzare delle convenzioni che permettano a tutti gli studenti una eguale disponibilità di mezzi e la possibilità per tutti di accesso all’istruzione. Per ottenere questo risultato, sarà necessario aprire tavoli di discussione a tutti i livelli sopra citati. La disparità sempre più accentuata tra chi è in grado di far fronte alla spesa che, ad oggi, una mobilità – peraltro spesso non qualitativamente all’altezza – comporta e chi invece non possiede mezzi sufficienti rappresenta una disuguaglianza da appianare.
Per questo, ciò che chiediamo è: un servizio di mobilità con più corse, puntuali e sufficienti a coprire anche le zone periferiche in maniera completa, corse notturne, agevolazioni per gli studenti e l’introduzione del biglietto unico.
- ISTITUZIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELL’INTEGRAZIONE
Siamo una generazione schiacciata da parole e politiche razziste e xenofobe di politicanti che non rispecchiano minimamente la nostra visione del mondo, che distorcono la nostra quotidianità. Noi giovani non abbiamo paura del ragazzo straniero e dobbiamo essere motore primario nel cambiare la mentalità italiana. Per questo le Consulte devono impegnarsi nell’integrazione dei migranti accolti in Italia, soprattutto aiutandoli nel superare il grande ostacolo della lingua. Questo può venire fatto attraverso ripetizioni nei centri di accoglienza e di formazione, svolte prevalentemente da studenti dei licei linguistici o comunque da studenti con una buona conoscenza di francese e inglese. Le Consulte provinciali dovrebbero attivarsi nel proporre agli istituti, all’ufficio scolastico territoriale di competenza e all’ente di coordinamento per la gestione dei migranti questo tipo di percorsi e, quando possibile, legarli all’Alternanza Scuola-Lavoro.
Ma l’integrazione va fatta anche nella società civile, e per questo le Consulte devono proporre l’istituzione ufficiale della Giornata nazionale dell’Integrazione e partecipare all’organizzazione di questo momento nei territori, in cui, insieme al mondo associativo e sportivo, alle cooperative di gestione migranti, agli enti locali e a progetti di alternanza, sensibilizzare la popolazione sul tema del diverso, sulle migrazioni e sull’integrazione, attraverso biblioteche viventi, concerti, speed date culturali, pranzi/cene collettive, tornei a squadre miste, cineforum, assemblee, presentazioni di libri e simili.
- ANTIMAFIA
-Proporre assemblee che coinvolgano tutte le scuole del territorio e approfondimenti sul tema dell’antimafia in collaborazione con Libera, con l’eventuale invito di ospiti esterni come giudici, magistrati, forze dell’ordine, ecc..;
-E’ importante anche che le consulte provinciali, in collaborazione con la consulta regionale, diventi parte attiva della costruzione delle manifestazioni del 21 Marzo, così da organizzare momenti in tutte le province in collaborazione con Libera e le organizzazioni antimafia presenti sul territorio.
– Le consulte provinciali devono porsi l’obiettivo di far vivere a tutte le studentesse e gli studenti della propria provincia l’esperienza dei Campi della Legalità, organizzati da Libera e Arci. E’ utile quindi organizzare momenti di presentazione e discussione e produrre materiale che incentivi la partecipazione studentesca
- ISTITUZIONE DI BORSE DI STUDIO LOCALI
Creazione di una borsa di studio per studenti bisognosi con i fondi della Consulta ed eventuali altri sponsor/ fondazioni, con l’eventuale partecipazione dei fondi studenteschi delle scuole, per riaffermare il concetto di vicinanza ai problemi concreti degli studenti e la necessità di un welfare scolastico efficiente. Le borse di studio potranno essere assegnate in base alla fasciazione ISEE dello studente che la richiede.
- VALORIZZAZIONE DELLA TESSERA “IO STUDIO”
In pochi sanno che le Consulte provinciali degli Studenti hanno la competenza di ampliare il parco convenzioni sul proprio territorio provinciale sia attraverso l’interlocuzione con gli esercenti del settore sia attraverso il dialogo con le istituzioni locali per l’istituzione di convenzioni comunali, provinciali e regionali ad esempio per i servizi pubblici di interesse. Per questo sarà importante fare in modo che le consulte allarghino quanto più possibile i servizi legati alla tessera io studio così da poter garantire a tutte le studentesse e gli studenti una vita migliore, nelle proprie scuole e nelle proprie città!